Sindrome del colon irritabile o IBS

Come riconoscerla per non sottovalutarla

La sindrome del colon irritabile o IBS è una condizione patologica molto comune che colpisce circa il 50% degli italiani, in prevalenza donne.

Quali sono i sintomi della sindrome del colon irritabile?

Questa sindrome si manifesta con sintomi specifici e aspecifici che comprendono irregolarità intestinale, tensione addominale e dolore più o meno intenso.

La sindrome del colon irritabile o IBS è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale, in quanto altera le funzioni dell’apparato digerente e in particolare del colon. È caratterizzata principalmente da dolore addominale e alterazioni dell’alvo; questi sintomi sono molto comuni anche in altre patologie gastrointestinali, cosa che la rende una malattia facilmente identificabile.  

I sintomi tipici della sindrome da colon irritabile sono:

·      dolore addominale diffuso o localizzato nella parte inferiore dell’addome (intestino e colon);

·      diarrea e/o stipsi;

·      distensione addominale con gonfiore e presenza di gas;

·      nausea e, a volte, vomito;

·      difficoltà digestive;

·      disfunzioni sessuali (dolore durante il rapporto e calo della libido); 

·      alterazioni urinarie.

Quali sono le cause della sindrome dell'intestino irritabile?

Le cause della sindrome dell’intestino irritabile non sono ancora state identificate in maniera specifica. Fino a pochi anni fa si attribuiva il tutto a un’alterazione della motilità intestinale, ovvero della funzione intestinale, dovuta a un squilibrio della flora batterica di stomaco e intestino. Per questo motivo questa malattia veniva anche definita colite spastica. Secondo ricerche più recenti, è emerso che la causa scatenante questa possa essere l’alterazione del microbiota intestinale.

È necessario perciò approfondire meglio il funzionamento del microbiota e le sue implicazioni sul benessere dell’intestino. Il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi che convivono dentro e sulla superficie dell’intestino: circa 400 specie batteriche, sia anaerobiche (bifidobatteri) localizzate principalmente nel colon, sia aerobiche (lattobacilli), concentrate in modo particolare nell’intestino tenue. Inoltre, include miceti (funghi), clostridi (batteri) e virus. 

In condizioni normali, l’insieme di tutti questi microrganismi è in perfetta simbiosi con l'organismo e garantisce l'integrità della mucosa intestinale. Il microbiota svolge numerose funzioni essenziali per la salute del nostro intestino, in quanto favorisce i processi digestivi e l’assorbimento. I batteri fermentano il materiale ingerito e producono degli acidi grassi a catena corta come: l'acido acetico, propionico e butirrico. Queste molecole sono molto importanti, poiché rappresentano una fonte energetica per l'intestino e contribuiscono a rafforzarne l'effetto barriera. La popolazione batterica produce anche sostanze antimicrobiche, grazie alle quali impedisce l'adesione di patogeni e previene dai principali disturbi gastrointestinali (colite, diarrea, costipazione, etc.). Inoltre, rafforza il sistema immunitario intestinale con un’azione pro-infiammatoria.

Quando questo equilibrio intestinale viene meno per varie situazioni tra cui stress, patologie, uso di farmaci e altre cause la percentuale di patogeni, supera quella dei batteri benigni e si creano situazioni spiacevoli che comportano effetti negativi.

Quali sono gli alimenti che possono influenzare comparsa o aggravarsi della sindrome del colon irritabile?

Tra i cibi che aggravano i sintomi dell’IBS ci sono:

  • fibre in eccesso causa di fermentazione intestinale;
  • alimenti fritti, grassi e processati (patatine, crackers, grissini…), possono provocare gonfiore addominale e disagio;
  • Alcool, caffè e bevande gasate,

Da non sottovalutare è anche la grandezza delle porzioni: mangiare troppo, fare spuntini troppo frequenti o consumare pasti troppo abbondanti, può peggiorare i sintomi.

Quali alimenti preferire ed evitare in caso di sindrome del colon irritabile?

I FODMAPs (acronimo di Fermentable Oligo-, Di- and Mono- saccharides And Polyols, cioè mono- di- oligo- saccaridi e polioli fermentabili) sono la causa più probabile dei sintomi da sindrome del colon irritabile, in particolare gonfiore, distensione e dolore addominale. Questo gruppo di sostanze comprende zuccheri naturali, tra cui i fruttani e il fruttosio, che si trovano in cibi ricchi di carboidrati. Gli alimenti più ricchi di FODMAPs sono: latte e formaggi freschi, patate, legumi, broccoli, melanzane, carciofi, pizza, gomme americane, prodotti con dolcificanti.

Gli alimenti, invece, da preferire sono: riso, pasta, carne, pesce, pollo, uova, formaggi stagionati, zucchine, carote, bieta, spinaci e finocchi. In ogni caso, non conviene mai abbondare eccessivamente con uno stesso alimento.

Altro comportamento molto importante è il timing dei pasti, ovvero i tempi di assunzione degli alimenti, sembra avere un ruolo molto importante. Non solo bisogna mangiare lentamente e frazionare l’alimentazione, ma sembra essere anche molto importante mangiare di più al mattino e a pranzo e meno alla sera.

Gli esami per confermare la IBS ed escludere patologie più gravi

Per confermare la diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile ed escludere altre malattie si deve analizzare la storia clinica del paziente e procedere all’esame visivo della pancia. In generale esami del sangue, ecografie e colonscopia sono consigliati per escludere malattie organiche come i tumori, che spesso presentano gli stessi sintomi dell’IBS.

Una persona che soffre di questa patologia avrà risultati normali e potrà escludere la presenza di una malattia organica, soprattutto se si presentano diarrea o diarrea alternata a stitichezza. Tra gli esami consigliati dal medico prima di iniziare una dieta ad hoc studiata dal nutrizionista per alleviare i sintomi del colon irritabile ci sono:

  • Colonscopia, da eseguire regolarmente sopra i 50 anni con biopsia di eventuali lesioni al colon;
  • Conta dei globuli rossi e bianchi per evidenziare un’eventuale anemia;
  • Dosaggio degli anticorpi anti Gliadina deamidata e gli anticorpi anti transglutaminasi IGA e IGG per escludere una celiachia. 

In caso di celiachia si possono notare sintomi simili all’IBS associati a malassorbimento di cibo e sostanze nutritive. Se gli anticorpi risultano positivi si dovrà procedere negli accertamenti con una esofago-gastro-duodeno-scopia per eseguire delle biopsie duodenali e confermare così la presenza di celiachia.

IBS: una malattia che dura tutta la vita?

Generalmente i sintomi di IBS tendono a scomparire con il passare degli anni, anche se l’alleviamento della sindrome da colon irritabile non è presente in tutte le persone, specie se a causare questa patologia è lo stress. Una volta risolte le cause esterne la malattia regredisce, ma può riapparire in determinate situazioni o eventi stressanti come cambio di vita e lavoro o in seguito a trauma, come una infezione gastrointestinale.

In ogni caso per gestire la sintomatologia fastidiosa della IBS è importante prenotare una visita nutrizionistica per il piano alimentare più adatto.

 

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